EREMITI, DELINQUENTI O MORTI DI FAME ? Lettera di un condannato alla disoccupazione Sono passati quattordici anni da quando ho lasciato l’università e venti da quando ho approdato in quell’ateneo:Allora,al pari degli altri,inseguivo quel pezzo di carta che mi avrebbe aperto la strada del lavoro,dell’esistenza libera e dignitosa,non del successo,non della ricchezza che non rientravano e non rientrano nel mio ordine di idee.Erano aspirazioni legittime,erano sogni sereni.Poi,il pezzo di carta arrivò,anche se a caro prezzo,anche se ho svenduto la vista,anche se ho fatto i giorni prolungati,anche se le camicie che ho indossato non sempre erano stirate.Allora studiavo intensamente,seriamente,con intelligenza ed impegno:Gli studi romani pesavano molto sul bilancio familiare ed ogni mese m’attendeva una scommessa. Una volta l’esame non lo superai e mi setii ingrato verso mio padre e da “colpevole” saltai per qualche giorno i pasti alla mensa universitaria. Mangiare senza “produrre” era come rubare e l’angoscia mia assaliva,mi tormentava. Il mio “produrre” consistenza” nel superare gli esami: Anche allora,come ora, esistevano la furbizia, la prepotenza, ma erano timide,silenziose,poco arroganti e forse un po’ sempliciotte. Allora invidiavo la preparazione e l’intelligenza della Martignetti,della Savarese o dello Zezza. Con loro non reggeva assolutamente alcun confronto,ma loro rappresentavano i modelli da imitare,le vette da raggiungere: Camminando per quel sentiero incontravo e raccoglievo i trenta ed i trenta e lode; poi telefonavo a casa felice ,esultando dalla gioia e dicevo ai miei genitori : “ avete visto ? chi semina raccoglie!Anche questo mese ho riscosso gli interessi dei vostri risparmi”. E un esame tirava l’altro:Studiavo dalle nove del mattino sino alle dieci di sera. Gareggiavo con i “ primi “ e la mensa universitaria era il mio ristorante di prima categoria. Dovevo ritagliare un po’ di tempo durante la giornta per lavarmi la biancheria e riordinarmi la stanza. Ero uno studente fuori sede,squattrinato e felice. Giorno dopo giorno intessevo delle amicizie vere e profonde: Liliana,Maria,Antonella, Cilla, Giuliana,Luciana e via continuando. Studiare era una passione,una nobile missione,non una fatica: In quegli annia la paura era un’altra ,si chiamava violenza politica: era la guerriglia urbana che si scatenava nelle piazze, dentro la città universitaria fra gli opposti estremismi ed ogni occasione era quella buona per attentare alla tranquillità degli umili. Chi pativa le conseguenze erano i tanti bravi ragazzi che avevao voglia di studiare: Agli esami di tanto in tanto sbucava, s’affacciava timidamente,silenziosamente qualche “raccomandato” o meglio qualche disperato,il deficiente di turno,ma non scandalizzava, non feriva nessuno,non era oggetto di compassione. Certo, non poteva camminare accanto a noi, perché si nutriva d’elemosina e umiliava il nostro impegno,il nostro lavoro,il nostro sapere. Poi l’Università finì e il “raccomandato” indossò il vestito elegante e fu funzionario presso tutte le amministrazioni dello Stato e non sentì il minimo disagio ad occupare il posto che aspettava ad un altro. Il raccomandato incominciò a spendere e a spandere,a presentarsi in ufficio con i migliori vestiti e ben incravattato,a costruire palazzi, a fare l’assentesista e fece carriera. Divenne “intellettuale”,politico e mafioso.L’avere ,il possesso di beni di lusso divennero l’unica dimensione della sua vita,obiettivo principale della sua esistenza,la capacità di imbrogliare e di guadagnare molto denaro. La ricchezza per questo neoanalfabeta,fornito di laurea,che s’accultura con giornaletti pornografici, Cronaca Vera o Eva Express,è superiorità sociale ed intellettuale.La macchina di lusso,la casa al mare ed in montagna,il conto in banca e la “ carta di credito “lo pavoneggiano,e la sua posizione diventa sempre più importante e prestigiosa se la ragnatela della corruzione e i rapporti con quelli che contano si allargano e si intensificano.La conseguenza è che i “ cervelli “, le menti nobili cercano scampo nel volontario esilio. Oggi, nel Mezzogiorno, ma anche altrove, gran parte dei posti di lavoro nel settore pubblico e privato sono assegnati previa raccomandazione di qualche politico.I concorsi pubblici sono spesso, per non dire sempre, inquinati,ridotti ad una autentica farsa,ove le garanzie di equità e di giustizia sono solo una chimera.Senza la spinta non si salpa e senza il vento le vele non si gonfiano. Il fenomeno della raccomandazione tende ad allargarsi e sarebbe ingenuo pensare di poterlo arginare,combattere con le virtù dell’audacia,la voglia di lavorare,il coraggio di rischiare,il senso di adattamento,l’intraprendenza nel cercarsi ovunque un lavoro onesto.Le volontà sono schiacciate,scoraggiate dal controllo onnipotente dei potere occulti,presenti in tutte le attività lavorative.La raccomandazione è diventata il biglietto di presentazione,il documento più valido per ogni traguardo,oppure per inserirsi nel tessuto sociale con facilità sempre o quasi sempre a danno di terzi che non avendo santi protettori in paradiso,si vedono sorpassati o eliminati . Senza di essa più nulla si può o si spera,persino per aver ingresso in ospedale,per essere sepolti in cimitero,per andare a fare la p….. La raccomandazione turba il corso degli eventi,sconvolge e capovolge il retto sentiero della giustizia,creando miti e paure nella mentalità sociale,che invece dovrebbe essere educata al senso della correttezza ed al rispetto del gioco della vita. La raccomandazione non può sostituire il diritto soggettivo di alcuno,non è mercanzia lecita,e l’averla elevata a pratica sociale viola la dignità umana,annulla la speranza dei senza-voce e degli onesti che restano numerosi ed impotenti a guardare i senza vergogna. A che santo votarsi in una folla di raccomandati di ferro ?Che tessera di partito prendere? Che religione professare? Quale donna corteggiare o chiedere in moglie ? Sono interrogativi che non suggeriscono alcuna risposta,che non offrono alcuna soluzione e pertanto,sarebbe più conveniente,più saggio optare per altro tipo di domande,quali : quale malfattore imitare ? Eremita ,delinquente o “morto di fame” ? Il campo delle possibilità degli onesti si restringe e costituisce una autentica prigione,quella che comunemente viene chiamata : emarginazione. E’ mostruoso,ma il lavoro non si cerca,si compra, si permuta: Chi non ha soldi,né amicizie, ne voto di scambio rimane a spasso,passeggia la mattina per riposare la sera. Una volta i giovani cercavano il lavoro secondo le proprie nobili aspirazioni,e ai bambini veniva chiesto “ cosa vuoi fare da grande “ . Oggi,invece,si cerca un lavoro,una fonte di reddito,mentre ai bambini si domanda : “ quale automobile ti piacerebbe avere ? Il “posto” è il posto: non ci si sputa mai sopra e … nessuna raccomandazione è da scartare o rifiutare pur di conquistarlo,pur di averlo. Quando il posto arriva,simboleggia la “ grazia”: Ora è evidente che chi ha ricevuto la “ grazia “ dal “santone “ di turno ( ministro, onorevolo senza onore, ruffiano di partito ) rimane debitore perpetuo.Inoltre miracolato galoppino senza cervello e senza dignità, in nome e in forza della sua elevata “ cultura “ considera l’imbroglio,di cui egli stesso ha beneficiato, come fatto ordinario,comportamento possibile e quasi da plaudire:Spesso diventa “ benefattore,santo-vivente o quantomeno galantuomo. Nessuno di questi disonesti si pone più un problema di coscienza,il richiamo all’ordine morale e civile, il pensiero che la raccomandazione è un peccato grave perché spesso lascia senza lavoro e sostentamento qualcuno che ne aveva maggiore diritto o bisogno: Ma non basta ,la disonestà diventa cinismo e organizzazione quando i ladri-di lavoro dai vari pulpiti predicano l’umiltà della raccomandazione per velare la loro disonestà,per continuare ad ingannare e torturare quegli ingenui che si illudono di poter cambiare la società con la forza della loro onestà o che si appellano alla giustizia divina,anche se poi di fatto rimangono dei poveri emarginati. Nessun compromesso,dunque,contro il potere,lo strapotere che poggia su un sistema basato sulle clientele,sulla distruzione di privilegi e sul favoritismo.I patteggiamenti e le ricompense ,bisogna dirlo a chiare lettere,costituiscono attività delinquenziali.Una cosa è un gesto di amicizia, di carità cristiana, altra cosa è quando la merce di scambio è la corruzione, quando corrono denari o quando si mercifica il corpo delle ragazze. E’ notorio che molti politici hanno costruito la propria carriera acquistando voti,simpatie,appoggi nei mezzi di comunicazione ( stampa, televisione ecc ) instaurando “sante alleanze con la criminalità organizzata e nei centri di potere; contribuendo in modo determinante a costruire il perverso REGNO del DIO-AVERE e del DIO-POTERE:Io ti do quel posto ( quell’appalto, quella fanciulla…!) tu mi dai … cento voti,io ti regalo dieci USL, tu mi dai l’ente ferrovie. Questo è il cemento di quel REGNO e di quel POTERE. La raccomandazione offusca il comportamento libero e distoglie l’uomo dalla strada dell’operosità,dal rispetto di sé e degli altri. Mimmo Marando |
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